Dalla pesca alla raccolta del corallo
09-02-2021
Le prime attestazioni della pesca e raccolta corallo a Torre del Greco risalgono al Quattrocento.
I pescatori della città si spostavano in tutto il Mediterraneo, rendendo la pesca del corallo l’attività principale della città, sebbene non fosse molto remunerativa. Nel nostro articolo dedicato al Corallo di Torre Del Greco abbiamo già approfondito l’evoluzione che ha aggiunto alla pesca la lavorazione del corallo nella città.
Il metodo di pesca e raccolta corallo di un tempo
Per la pesca del corallo per secoli è stato impiegato l’ingegno, altrimenti noto anche come “croce dei corallari”.
Si trattava di una croce di Sant’Andrea, composta da due travi di legno robuste e rese più pesanti da grosse pietre.
Sui suoi quattro bracci, a varie distanze fino all’estremità, venivano lasciati pendere mazzi di vecchie reti di canapa. Lo strumento veniva calato dalla barca di grosse dimensioni e munita di vela latina.
L’ingegno veniva trascinato sul fondale marino, raggiungendo e superando i 150 metri di profondità. Le reti finivano per impigliarsi nelle formazioni coralline, consentendo così di sradicare i rami di corallo che restavano impigliati nella rete.
Questa metodica è stata impiegata per diversi anni, soprattutto nel mar Mediterraneo. Nonostante si trattasse di una pratica alquanto invasiva, il bacino del Mediterraneo è ancora oggi ricco di corallo.
Una raccolta verso la sostenibilità
A partire dagli anni Ottanta la pesca del corallo è notevolmente mutata. Un intervento legislativo bandì la pesca con l’ingegno: il primo passo che diede il via a un profondo cambiamento per il mondo della pesca del corallo. È in quell’occasione che si passa ufficialmente dalla pesca del corallo alla raccolta del corallo. I pescatori iniziano a impiegate un attrezzo che consente una raccolta selettiva, ma soprattutto i pescatori di corallo si trasformano in sub professionisti.
Il 2 gennaio 2019 è una data importante per il nostro settore e per le aziende, che come la nostra si sono battute per una pesca del corallo più sostenibile. È stata approvata infatti la prima legge nazionale, che regola la raccolta del corallo in Italia.
Prima che venisse promulgata questa legge, ogni regione rispettava direttive proprie.
La pesca selettiva e tracciabile
Il nuovo metodo di raccolta del corallo presenta quattro caratteristiche principali:- pesca selettiva: i sub si immergono con martello e piccozza per la raccolta del corallo e il prelievo è consentito solo a sub professionisti;
- numero limitato di licenze: ogni anno le licenze vengono rilasciate con un numero limitato, a seconda della stagione;
- taglia minima: possono essere raccolte solo le colonie con dimensioni minime alla base non inferiori ai 7 mm, con un margine di tolleranza pari al 10%;
- tracciabilità: con l’ultima norma del gennaio 2019 i sub sono obbligati a riportare le coordinate geografiche del luogo di raccolta del corallo, sia sui registri da depositare in capitaneria, sia sulla fattura di vendita.
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